Franco Pagani, legnanese classe 1947, coltiva da sempre una grande passione: il collezionismo. Assiduo frequentatore di mercatini di antiquariato, convegni, esposizioni e siti online, possiede un’enorme raccolta di oggettistica varia, di importante valore storico e culturale.
In particolare, è un fervido ammiratore della “legnanosità”: da anni persegue la ricerca di oggetti che in qualche modo riportino alla città di Legnano. Tra i soggetti a lui più cari certamente si trovano l’Alberto da Giussano e il Carroccio, oltre alle cartoline e riproduzioni fotografiche che testimoniano lo sviluppo urbano nel tempo.
“Legnano offre tanti spunti per il collezionismo cittadino, in particolare grazie alle grandi ditte che hanno costituito, per lungo tempo, il tessuto economico della città: dal marchio ‘Legnano’ delle biciclette, alla fabbrica Tosi e infine il cotonificio Cantoni, solo per citarne alcune”. Un viaggio attraverso le rarità della collezione privata di Franco Pagani, la cui curiosità abbraccia diversi decenni tra la fine dell’Ottocento e la metà del XX secolo. Nel corso del tempo ha allestito varie mostre, offrendo ai visitatori la possibilità non solo di ammirare la sua collezione, ma anche di approfondire aspetti poco conosciuti della città.
Insignito del Premio San Magno nel 2019, è autore, insieme a Dario Rondanini, del libro “Dovunque è Legnano – Legnano nel mondo, una storia da collezione, curiosità e rarità delle eccellenze legnanesi“. Stampato in edizione limitata, Franco Pagani ha espresso la sua volontà di riproporne prossimamente una ristampa.
Un’iniziativa molto seguita e apprezzata, pensata soprattutto allo scopo di valorizzare il servizio che Pagani da sempre rende alla città: custodire e tramandare il glorioso passato di Legnano e le sue tradizioni.
Prossimo appuntamento: sabato prossimo con il settimo Salotto della Nobile dal titolo “I fantini di Legnano ”, ore 17 sulla pagina Facebook della Contrada San Magno.
Ospiti del salotto Guido Barbin e Stefano Di Moro, in rappresentanza del movimento di fantini legnanesi che hanno potuto coronare il sogno di indossare la giubba della propria contrada, grazie alla nascita del Memorial Favari a metà anni ’80.